Il 22 Febbraio, con il Mercoledì delle Ceneri, ha inizio la Quaresima 2023. Un cammino lungo quaranta giorni, un cammino in noi stessi, per ritrovare quanto di più buono, autentico ed essenziale alberga nel nostro cuore; un cammino verso l’Altro, e verso l’altro. Perchè solo camminando insieme, come comunità e come umanità, possiamo salvarci (cfr Messaggio per la Pace 2023 di Papa Francesco: Nessuno si salva da solo)

Il Mercoledì delle Ceneri è un giorno particolare, per i fedeli. Dopo i suoni, i colori e le risate del Carnevale, ecco che arriva il tempo della sobrietà e della preghiera.

Il rito che contraddistingue questa celebrazione, e che ne da anche il nome, è appunto l’imposizione delle ceneri sul capo. Ceneri ricavate dalle palme benedette dello scorso anno, divenute ormai secche e bruciate. E’ un segno di austerità che ci richiama da un lato alla caducità della nostra vita, e di conseguenza alla necessità di saper spendere il nostro tempo per ciò che veramente vale, per ciò che davvero riempie il nostro cuore e lo fa palpitare, abbandonando quindi falsi idoli, mere illusioni e tutto ciò che ci rende il nostro animo schiavo.

Dall’altro lato la cenere ci richiama ad un’esigenza di purificazione: “Convertiti e credi al Vangelo” è una delle due formule usate durante l’imposizione delle ceneri sul capo (l’altra è “cenere sei e cenere ritornerai” e fa riferimento a quanto detto sopra). Ma perchè la cenere dovrebbe aiutarci a “purificarci”? Perchè, anticamente proprio la cenere veniva usata dalle nostre nonne per pulire e sbiancare i capi che andavano a lavare presso i ruscelli. La cenere dunque, quale elemento che togliere le macchie che sporcano la nostra coscienza, per far sciogliere i peccati presenti sulla nostra coscienza.

E proprio la conversione del cuore è al centro di tutto il percorso quaresimale, che si snoda attraverso tre elementi: preghiera, digiuno e carità.

Preghiera: quale occasione per riscoprire la nostra relazione con il Signore, per gustare la bellezza di stare alla Sua presenza, parlare con Lui, affidarsi a Lui.

Digiuno: come mezzo, non per fare la dieta in vista delle grigliate di Pasqua, ma come opportunità per farci “prossimi” di chi è nel bisogno. Attraverso il digiuno mi privo di qualcosa, ma per farne dono a chi, normalmente, non ne ha. E’ un gesto di solidarietà e di condivisione. E’ anche un gesto di “com-passione”, perchè sperimento su me stesso la privazione a cui tanti fratelli bisognosi sono costretti quotidianamente, e contemporaneamente offro a loro la possibilità di saziarsi, come quotidianamente facciamo noi. E’ uno scambio che ci permette di poter riscoprire ciò che davvero è essenziale per l’uomo. Per ogni uomo.

Un digiuno che, al di là dell’aspetto alimentare, riguarda molto più in generale ogni forma di peccato. Ciò da cui bisogna digiunare è il peccato: la sete di successo, l’egoismo, la cattiveria, l’indifferenza, e ogni altro aspetto negativo che ci impedisce di liberare il nostro cuore verso l’amore vero.

Carità: se con il digiuno cerchiamo di svuotare il cuore dalle cose negative che lo attanagliano, con la carità cerchiamo di riempirlo con gesti di amore e di bene. E più gesti di carità compiamo, più il nostro cuore si dilaterà. E quando pensiamo alla carità, non pensiamo solo all’elemosina (che è solo uno dei tanti modi per vivere la carità) , ma alla Carità, in senso letterale, ovvero, all’Amore. Quanti gesti di amore possiamo compiere ogni giorno, gratuitamente: da un semplice sorriso, ad una mano tesa per risollevare qualcuno, dal tempo speso ad ascoltare qualcuno a quello impiegato per compiere qualche opera di misericordia.

L’imposizione delle Ceneri verrà fatta durante la S. Messe del mattino, alle ore 08.30 e durante quella vespertina della ore 18.00