Auguri.

Domani 11 agosto, con una prima parte di processione oggi 10 agosto, la nostra comunità di Santa Maria delle Grazie, in Agropoli, celebra la solennità della Madonna delle Grazie, il cui significato è duplice.

  1. Noi veneriamo la Madre delle grazie; questo bellissimo titolo deriva, però, da un altro titolo con cui viene invocata nelle litanie lauretane: Madre della Grazia Divina, Madre della Divina Grazia: Mater Divinae Gratiae. Proprio perché è la Madre della Grazia Divina, ella è anche la Madre delle Grazie.

Che cosa è, anzi CHI è questa Grazia Divina? Maria è Madre della Grazia Divina, cioè di Colui che è la Grazia Incarnata, la Grazia per eccellenza, la Grazia per antonomasia: la Grazia Divina per noi è Gesù Cristo suo Figlio. Dice San Giovanni nel Prologo del suo Vangelo al capitolo 1 versetti 16-17: <<Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia, perché la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo>>. Gesù è la grazia di Dio per noi! Grazia Incarnata! E attraverso la persona di Gesù noi sempre siamo condotti a Maria, come attraverso la persona di Maria noi sempre siamo condotti a Gesù.

La nostra festa provoca sempre una struggente emozione, ancor più quest’anno dopo i due anni precedenti in cui abbiamo vissuto questa ricorrenza in maniera diversa, a causa della pandemia. La festa manifesta il nostro amore filiale verso Maria. Siamo innamorati di Maria e dobbiamo sempre alimentare questo amore, motivare validamente quest’amore affinché non venga mai meno, non perda mordente, ma continui a sospingerci verso Gesù, unico fondamento della nostra speranza.

Gesù è la Grazia Incarnata e l’incarnazione richiede il “si” di Maria, il suo “fiat”, permettendo a Gesù di ricevere una carne uguale alla nostra, alla mia e alla tua, carne da lei portata in grembo per nove mesi, anche quando (ed è il mistero richiamato dalla nostra solennità della Madonna delle Grazie) va a fare visita a Santa Elisabetta, carne da lei data alla luce, da lei nutrita, da lei curata, da lei amata. Alla chiamata del Signore Maria risponde con il “si” della sua vita, aiutandoci a discernere anche la nostra chiamata.

  1. Il Concilio Vaticano II nella Lumen Gentium al numero 62, ci insegna, inoltre: Maria nell’economia della grazia perdura senza soste dal momento del consenso fedelmente prestato nell’Annunciazione e mantenuto senza esitazioni sotto la croce, fino al perpetuo coronamento di tutti gli eletti. Difatti anche dopo la sua assunzione in cielo non ha interrotto questa funzione salvifica, ma con la sua molteplice intercessione continua a ottenerci i doni che ci assicurano la nostra salvezza eterna.

Infatti la Madre della Divina Grazia, la Madre di Gesù, quale madre anche nostra, si prende cura di noi, ci conduce per mano nella bellezza e nella fatica del cammino quotidiano, dentro la concretezza dell’esistenza, tessuta in quella fitta trama di relazioni. Maria ci sostiene nelle prove della vita, intercede per noi le grazie divine, ogni grazia divina presso il suo Figlio diventando così la Madre delle Grazie, la Regina di tutte le Grazie, la Madonna delle Grazie.

<<Qui se’ a noi meridiana face di caritate, e giuso, intra ‘ mortali, se’ di speranza fontana vivace. Donna, se’ tanto grande e tanto vali che qual vuol grazia e a te non ricorre sua disianza vuol volar sanz’ali. La tua benignità non pur soccorre a chi domanda, ma molte fiate liberamente al dimandar precorre>> scrive il Sommo Poeta, nel canto 33 del Paradiso versi 10-15. E’ impossibile volare senza le ali, così è impossibile ottenere grazia e grazie senza ricorrere a Maria.

Anche noi confidiamo sempre nella sua “molteplice intercessione” e a lei ricorriamo. Ognuno di noi ha ricevuto una vocazione, una chiamata e una missione per il bene comune. Chiediamo a Maria la grazia di camminare insieme, la grazia della condivisione con gli altri, la grazia della fraternità, essendo tutti figli suoi. In questi tempi problematici, con coraggio, vogliamo fare la nostra parte, vogliamo fare del bene e vogliamo farlo bene, guardando a Maria quale “segno di sicura speranza e di consolazione” (Lumen Gentium 68).

Abbiamo tanti doni, tanti talenti, tante potenzialità sia come singoli, sia come famiglie, sia come comunità, sia come parrocchia, sia come città. La nostra Chiesa è una Chiesa viva, non è un museo da custodire. Siamo un popolo in cammino e la processione ne offre un segno, un popolo chiamato a camminare insieme, dietro al suo Signore, dietro alla Vergine delle Grazie, dietro ai suoi santi, per aprire insieme strade che portano alla realizzazione del bene comune. Sentiamoci tutti coinvolti. InsiemeLa concordia dei fratelli rallegrerà il cuore dei padri e delle madri. Come ogni madre, anche Maria gioisce nel vedere i propri figli che sono in pace, che camminano insieme, che vivono il Vangelo.

<<Signore, Dio del tempo e della storia, Dio della vita e della bellezza, Dio del sogno e della realtà, ascoltaci, ti preghiamo: insegnaci a tessere e intrecciare trame e ricami di amore, profondi e veri con Te e per Te, con gli altri e per gli altri; immergici nell’operosità delle tue mani, nella creatività dei tuoi pensieri, nell’arte amorosa del tuo cuore, perché ogni vita annunci bellezza e ogni bellezza parli di Te. Regalaci il coraggio dell’inquietudine, l’intrepido passo dei sognatori, la felice concretezza dei piccoli, perché riconoscendo nella storia la tua chiamata, viviamo con letizia la nostra vocazione>>, a imitazione di Maria dalle cui labbra proruppe il più bel canto di esultanza, che richiama la festa della Madonna delle Grazie: l’anima mia magnifica il Signore.

Don Bruno Lancuba